Entrare nell’abisso trinitario

Itala Mela, monachesimo e mondo

 18,00

Itala Mela, insegnante di lettere, fece della scuola la sua missione, in parallelo all’attività nella Fuci (primi anni Venti del secolo scorso) fino a quando la malattia infranse il progetto di una monacazione in Belgio per partecipare poi a una fondazione benedettina in Italia che si ispirasse al rinnovamento liturgico che si stava diffondendo. A poco a poco si impose, per inabilità all’insegnamento, la rinuncia alla cattedra statale. In casa – coi genitori prima, poi il padre e la zia non credenti – visse i voti dell’oblazione benedettina secolare consacrata, forte della Regola di san Benedetto che le dava il perimetro esterno di un cammino imperniato su una vocazione unica, nitida fin dal 1930: «La volontà di Cristo, che io sento imperiosa nel profondo della mia anima, è di trascinarmi, d’immergermi con Se stesso negli abissi della Santissima Trinità». Dopo lo sfollamento sull’Appennino durante il secondo conflitto mondiale, Itala riuscì a dedicarsi – in obbedienza al vescovo di La Spezia, la sua città – all’animazione del mondo culturale e cattolico tra il 1946 e il 1953, presenziando o seguendo da lontano le iniziative che suscitava. Alla sua morte è stato consensuale il riconoscimento della sua «immensa capacità di donazione umana» e dell’esercizio effettivo di amare verso tutti «con profonda tenerezza».

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