Sulle sponde del Mediterraneo

Geopolitica, guerre, religioni

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L’attenzione ai processi storici e sociali che attraversano l’Europa nel quadro delle relazioni mondiali si radica nel convincimento che all’interno dei contraddittori percorsi storici dell’umanità si attua una storia di salvezza, irraggiata in quelli che il Vaticano II ha definito «i segni dei tempi» che rinviano ad una chiamata di Dio rivolta a tutta l’umanità. Abbiamo anche sempre sottolineato come un punto privilegiato di osservazione per le questioni che interessano tutta l’umanità e la vita del pianeta dovesse essere il Mediterraneo, perché questo mare segna confini ma unisce anche mondi diversi, storicamente in relazione. Tra le sponde di questo mare si possono cogliere processi di portata universale in un mondo interconnesso come mai prima. La sua storia, il suo passato, ma anche il suo presente, se osservati con attenzione, ci permettono di comprendere quanto sta avvenendo e come poter agire. I processi di rivolgimento che investono da anni l’intera area medio-orientale e il Magreb evidenziano certamente le inquietudini dei popoli, ma sono non meno determinati anche dagli interessi economici, soprattutto dei paesi occidentali, che ruotano attorno alla ricchezza di combustibili fossili presenti in quelle regioni. Dal nostro punto di vista, non possiamo non continuare ad interrogarci sulla possibilità di relazione tra culture e religioni attorno al «grande lago di Tiberiade» – riferimento evangelico con cui Giorgio La Pira indicava il mare Mediterraneo.

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