Storie di testimoni, sfide di pace

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L’11 aprile 1963 Giovanni XXIII pubblicava l’enciclica Pacem in terris, un documento che ha segnato una svolta nel modo in cui la Chiesa, capace di cogliere le trasformazioni della vita sociale e di leggere in esse i segni dei tempi, ha posto la questione della pace come riconoscimento dei diritti umani nell’ottica di un bene comune universale.
Rileggere Pacem in terris oggi è anche occasione per interrogarsi sulla storia che stiamo vivendo, segnata da una violenza sistematica, da una situazione globale di ingiustizia, da violazioni di diritti e dal dramma della povertà per interi popoli. È un tempo attraversato anche dal ritorno di una mentalità di guerra, nutrita dalla logica della competizione economica e sociale che pervade l’ideologia neoliberista.
Eppure è anche un tempo in cui scorgere come l’esperienza dell’incontro con l’altro sia la grande sfida a cui siamo chiamati: essa si rende presente a livello quotidiano perché i nostri microcosmi sono un intreccio di culture, popoli e lingue.
Costruire pace nella giustizia, scoprire le radici comuni nella dignità condivisa, scegliere la solidarietà anziché l’esclusione e l’indifferenza sono esigenze per attuare un’esistenza non senza l’altro, ma insieme. È l’unica via per garantire un futuro all’umanità.
Su questi temi si sono impegnati testimoni di pace di un passato recente, da Giorgio La Pira a Ernesto Balducci e David Maria Turoldo. Di loro, i contributi raccolti in questo volume ripercorrono le tracce.

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Edizioni Nerbini
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