Page 51 - Progettando_1_2015
P. 51



Logos e phonè, pensiero e suono: L’essenza deL teatro cLassico





adatta perfettamente alla musica e utilizza una degli attori che caratterizzano in modo autonomo Nella pagina a ianco:
Il teatro di Epidauro, 
struttura metrica come l’esametro con formule e originale ogni rappresentazione. Umberto Eco Grecia.
lessicali spesso ripetute che cadenzano, attra- più di ogni altro ha spiegato questa particolare 

verso una tecnica ritmica, il racconto. Più tardi, alchimia del testo teatrale, opera per antonoma- 

nel VII-VI sec., si afferma la lirica, genere carat- sia soggetta a una serie infinita di letture possibi- 
terizzato dall’accompagnamento di strumenti a li. Gli spettatori antichi vedevano sulla scena in- 

corda (citarodia) o a fiato (auletica), che getterà dividui che recitavano indossando una maschera 

le basi per le moderne forme letterarie di intro- sul volto che aveva la funzione di amplificare il 
spezione psicologica. Forse però nessun genere suono e di occultare l’identità reale dell’attore, 

della classicità più del teatro ha valorizzato tutte trasfigurandolo in un ruolo definito, e coreuti 

le potenzialità del suono per rappresentare sul- che intonavano canti a più voci nell’orchestra. 

la scena un dramma. Le tragedie e le commedie, Le parti musicali nella tragedia e nella commedia 
rappresentate in Grecia durante le feste dedicate antica, ovvero il canto d’ingresso del coro (paro- 

al dio Dioniso, sono l’espressione più significa- do), gli stasimi (canti corali tra un episodio e l’al- 

tiva del connubio tra ascolto e visione. La paro- tro) e gli interventi lirici dei singoli personaggi, 
la stessa – teatro – derivante dal greco theaomai non si caratterizzavano come momenti accesso- 

(osservare, essere spettatore) mette in evidenza ri del canovaccio, ma facevano da contrappunto 

una fruizione che nasce dall’atto del guardare, all’azione e davano voce al pensiero dell’auto- 
ma che comprende tutti i sensi. Ciò determina re o del popolo. Euripide, addirittura, nelle sue 

come conseguenza fondamentale che gli spetta- ultime tragedie, dedicò uno spazio privilegiato 

tori recepiscono il testo secondo il proprio gusto alla musica arrivando a elaborare testi simili ai 

dando una loro interpretazione del messaggio melodrammi con una presenza notevole di arie e 
proposto. D’altra parte, anche nel caso in cui la duetti. Il coro tragico, in particolare, rappresen- 

messinscena rispetti le indicazioni del dramma- tava un sentire comune e faceva da intermediario 

turgo (ossia la suddivisione del testo in un certo tra spettatori e attori, quasi un mezzo attraverso 
numero di atti e di scene, le didascalie, le battu- il quale il pubblico poteva intervenire nell’azione 

te dei monologhi e dei dialoghi) il recitativo non scenica. Il coinvolgimento del pubblico in azioni 

può mai coincidere con la realizzazione esatta drammatiche basate sul conflitto dei sentimenti 
della volontà dell’autore perché vi sono compo- e il contrasto tra gli individui, si traduceva nella L’autrice Cristina 
Minucci.
nenti come la gestualità, la voce e l’aspetto fisico
cosiddetta catarsi ovvero, come sottolinea Aristo-







CHI È




CRiStina minUCCi, laureata in 

Lettere classiche, insegna in un liceo 

iorentino. È fermamente convinta 

della necessaria complementarietà tra 

discipline umanistiche e scientiiche 

soprattutto nella società attuale.
Da alcuni anni si occupa anche di 

sicurezza come aSPP nella scuola in 

cui lavora.








49



   49   50   51   52   53