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città e 

territorio




Anche il materiale utilizzato per i moduli so- combinata alle capacità tecniche di ogni modulo 

spesi è assolutamente innovativo: dalla fibra di sonoro (che ha in sé la possibilità di diffonde- 
carbonio, a materiale composito aerodinamico.
re il suono in maniera differente), permettono 

Inoltre, è stato ampiamente testato che tutti i di originare un effetto totalmente dinamico del 

materiali impiegati garantiscono la massima re- suono, a differenza della classica diffusione ste- 
sistenza, durata e ottima diffusione sonora anche reo che rimane sempre uguale e che costringe 

per un utilizzo in outdoor.
a una fruizione statica (legata all’angolo di dif- 

Una particolarità nella scelta dei materiali è fusione del suono, come avviene nelle classiche 
data dal fatto che viene impiegato tutto materiale casse acustiche). A questo tipo di diffusione, che 

locale, toscano, dalle terrecotte dell’Impruneta può essere definito “immersivo e multi-centri- 

ai marmi di Carrara, ecc., per dire che la materi­ co dell’ascolto dello spazio architetturale”, si 

cità dei vari elementi racconta qualcosa del po- aggiungono poi le caratteristiche intrinseche 
sto in cui essi nascono, apportando, quindi, un dei moduli sonori. Difatti, combinando moduli 

ulteriore livello all’“esperienza” del paesaggio direzionali (come ad esempio quasi tutti i so- 

stesso.
spesi) con moduli omnidirezionali (“Sphere”, 
Le forme che vengono date ai moduli sonori “Cube”, “Cylinder”), l’effetto che si crea è 

non definiscono solamente degli oggetti di vero quello di un vero e proprio Soundscape: un suo- 

design, ma rispondono a determinati criteri acu- no che si diffonde nello spazio in maniera del 
stici. A ogni forma corrisponde un tipo di emis- tutto naturale, dinamica ma anche con effetti 

sione specifica, un “comportamento acustico” “sorprendenti” (come quando si approccia un 

differente. La forma di ogni modulo è il risulta- modulo direzionale nell’angolatura specifica di 

to di un “dialogo” tra caratteristiche fisiche del diffusione). Quindi, nello spazio architettonico 
suono e l’estetica del design. Sarebbe come dire disegnato dal suono di questi moduli è possibile 

“scolpire il suono dalla tecnologia”.
muoversi e godere delle variazioni e delle diffe- 

Per questo a una forma circolare, combina- renti sensazioni acustiche che arrivano di zona 
ta al deflettore (posizionato in basso per la pro- in zona, rendendo lo spazio dinamico e mutevo- 

pagazione uniforme del suono) come quella del le così come lo sono i sentimenti umani e i so- 

modello “Sphere”, corrisponderà un’emissione gni. Ad esempio, combinando i moduli e le loro 
acustica “omnidirezionale” (quindi uniforme in diffusioni, si possono anche creare dei percorsi 

tutte le sue parti). Al contrario, i moduli con una e veicolare l’attenzione dell’utente rafforzando 

forma “a goccia” (come “Drop” e “Small Drop”) l’intento del progetto architettonico di qualsiasi 

creeranno dei corridoi sonori, così come i vari ambiente.
moduli sospesi avranno una diffusione più loca- Tuttavia, ogni modulo sonoro (essendo indi- 

lizzata, detta “direzionale” (a fasci conici).
pendente) ha in sé tutte le caratteristiche delle 

Queste “orchestrazioni”, intese come la ca- casse acustiche, per cui nulla vieta di farne suo- 
pacità di diffusione multicanale indipendente
nare anche uno solo con la classica “diffusione 

stereo”. Naturalmente in quel caso è più consi- 

gliabile usare un fullrange (che copre una gam- 
ma più estesa di frequenze, dai suoni bassi ai 
A ogni forma corrisponde un tipo di emissione 
più acuti, con un range di 38-20.000 Hz) piut- 
speciica. La forma di ogni modulo è il risultato
tosto che un subwoofer (dove i suoni bassi ven- 
di un “dialogo” tra caratteristiche isiche del suono 
gono esaltati rispetto agli altri, con un range da 
e l’estetica del design. Sarebbe come dire 38-150 Hz), per limitare la perdita dinamica e 

immersiva della diffusione del suono. In ogni 
“scolpire il suono dalla tecnologia”
caso, combinando ad esempio una “Sfera” con 
caratteristiche fullrange, con un subwoofer (qua- 

le lo “Shark”, appeso), si ottiene già un sistema 

acustico “completo”.





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