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Suoni dallo Spazio profondo
conseguenza del moto del pianeta d’origine in- Lo scienziato italiano
Franco Pacini.
torno alla sua stella. Il professor Hewish indagò
l’eventualità, ma le uniche variazioni riscontrate
erano riconducibili al moto della Terra intorno
al Sole. Gli scienziati erano convinti che non si
trattasse di segnali artificiali, ma neppure erano
in grado di spiegare il fenomeno come naturale.
L’idea di comunicare al mondo la scoperta, con
la possibilità della presenza di una civiltà extra-
terrestre, comportava una certa dose di respon-
sabilità.
Sulle prime questo segnale fu chiamato LGM1
(acronimo di Little Green Men 1), poiché il so-
spetto che potesse provenire da remote regioni
dello spazio per opera di “piccoli omini verdi”
era forte, data la sua eccezionale regolarità. Poi
si notò, sui vari chilometri di registrazioni, che
segnali analoghi provenivano anche da altre re-
gioni dello spazio. L’idea che gli “omini verdi”
da più punti dell’Universo avessero scelto pro-
prio la Terra per segnalare la loro presenza fu
presto abbandonata in favore della convinzione
che si dovesse trattare di un oggetto fino ad al-
lora sconosciuto, a cui fu dato il nome di pulsar,
stella pulsante, fusione delle parole inglesi star
e pulsating.
L’anno seguente furono lo scienziato italiano
Franco Pacini, in seguito direttore dell’osserva-
torio di Arcetri, e Thomas Gold a fornire una pri-
ma spiegazione al fenomeno, collegando i segnali
provenienti dalle pulsar alle stelle di neutroni ro-
tanti rapidamente.
nebulosa del Granchio, posta nelle vicinanze
Pacini all’epoca era un giovane ricercatore della costellazione del Toro e risultato dell’e-
alla Cornell University di New York. In un arti- splosione di una supernova avvenuta nel 1050
colo pubblicato pochi mesi prima della scoper- d.C., registrata anche negli annali degli astro-
ta di Hewish e della Bell, aveva ipotizzato che nomi cinesi dell’epoca. Il fenomeno si manife-
potessero essere i forti campi elettromagnetici stò come la comparsa improvvisa di una nuova
generati da una stella di neutroni rotanti a es- stella, talmente luminosa da poter essere os-
sere la sorgente dell’energia proveniente dalla
servata a occhio nudo anche di giorno per alcu-
ne settimane.
Gold, sulla base di precedenti ipotesi della
L’anno seguente furono lo scienziato
presenza di una stella di neutroni posta al cen-
italiano Franco Pacini, direttore in seguito tro della nebulosa del Granchio con un enorme
dell’osservatorio di Arcetri a Firenze,
campo magnetico dell’intensità di 10 G, propo-
se il concetto delle pulsar rotanti, che irradia-
e Thomas Gold a fornire
no energia attraverso l’emissione di radiazioni
una prima spiegazione al fenomeno
e di particelle relativistiche dai poli di questo
campo.
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